Storia
Il castello di Montalbano sorge al vertice della collina sulla quale si trova il paese, a circa 900 m di altezza.
Più che di un centro fortificato sarebbe più corretto parlare di una residenza reale: mancano le torri di difesa (tranne alcuni resti nel probabile nucleo originario) e le finestre sono ampie, anche se sono presenti, al piano inferiore, delle feritoie a protezione da eventuali assalti.
Secondo la tradizione un primo tentativo di costruzione del castello sarebbe avvenuto in contrada Castellazzo, a qualche chilometro di distanza da Montalbano, subito abbandonato a causa dell'inospitalità del luogo.
Sappiamo che dopo l'appoggio al papa durante la crociata a Federico II di Svevia, Montalbano fra il 1232 e il 1233 venne punita violentemente, ma, a differenza dei centri di ludica e Centuripe, non fu del tutto abbandonata; trent'anni dopo, infatti, nel 1262, il casale apparteneva a Bonifacio Lancia, zio di re Manfredi.
Sebbene spesso si assegni il merito della sua realizzazione a Federico II, è in realtà più credibile la testimonianza delle diverse fonti che ritengono sia stato Federico III d'Aragona (1296-1337) , figlio di Pietro III d'Aragona e di Costanza di Sicilia (erede di Manfredi) a volere la costruzione del grande palazzo reale, magari su un eventuale nucleo preesistente.
Dopo di lui, il castello ha visto succedersi varie famiglie: è noto che nel 1348, dopo la morte di re Pietro II, la reggente Elisabetta e il piccolo re Ludovico abbiano cercato riparo all'interno dell'edificio. Il castello appartenne poi ad Artale Alagona, almeno fino a quando, accusato di tradimento, vide i suoi beni confiscati da Martino I.
Nel 1408 castello e feudo risultano in mano a Tommaso Romano, alla cui famiglia rimangono per quasi due secoli.
Solamente nel 1587, a seguito del matrimonio di Antonia Romano con Filippo Bonanno La Rocca, la baronia passò a questa famiglia. Nel 1623 il loro figlio, Giacomo Bonanno Colonna, venne investito del titolo di primo duca di Montalbano; il titolo sopravvisse per 182 anni, fin quando Giuseppe Bonanno Branciforti, l’ultimo duca di Montalbano, per debiti accumulati, fu costretto a cedere il castello ai padri gesuiti.
Dal 1921 al 1967 il castello è stato
sede del Comune; diversi anni fa sono stati realizzati radicali restauri
che gli hanno conferito l’aspetto attuale.
Esterno
La struttura si presenta nettamente divisa in due parti.
In alto, costruito su un grande affioramento roccioso, si ha un mastio a pianta rettangolare, oggi in rovina, con due torrioni.
Più in basso si ha un grande complesso edilizio costituito da tre lunghe ali a pianta rettangolare raccordate fra loro e disposte in modo da formare un rettangolo, reso irregolare sul lato nord dalla presenza delle rocce su cui si trova il mastio. La lunghezza di ogni lato misura oltre 50 metri, dando al castello quelle dimensioni che, specie se paragonate a quelle del piccolo centro abitato, lo fanno troneggiare, immenso, davanti agli occhi del suo visitatore.
L'accidentata conformazione della collina rese necessaria la costruzione dell'ampio basamento sul quale l’edificio poggia; su questa piattaforma si dispone il primo ordine, caratterizzato da una successione di feritoie, alte più di due metri e larghe sette-otto centimetri, incorniciate con pietra da taglio.
Il secondo livello presenta una rassegna di grandi finestre che illuminano gli ambienti residenziali, disposti in successione attorno al cortile interno.
Una netta divisione quindi tra il piano terreno, cui era affidato il ruolo di difesa del complesso ed il piano superiore, destinato alla dimora del re.
Si osserva il parapetto provvisto di merli guelfi.
Interno
È possibile accedere all'interno del complesso attraverso due ingressi: uno sul lato occidentale e l'altro, oltrepassando un arco a sesto acuto, sul fronte orientale.
Al centro del cortile, tra l'ala residenziale centrale e le rocce su cui sorge il mastio, sorge
una piccola cappella al cui interno sarebbe sepolto Arnaldo da Villanova, una delle figure più importanti del suo tempo, medico, alchimista e riformatore religioso, morto nel 1310.
Il modello del castello-palazzo a pianta quadrata con ali e ampio cortile centrale, la severità e la razionalità della concezione dei volumi fanno pensare alla grande tradizione dell’architettura sveva ed ai castelli di Augusta e Catania in primo luogo.
È probabile che Federico III abbia voluto ribadire la sua discendenza da Federico II imperatore, emulando le dimensioni e la possanza dei suoi castelli.
Certo è però che la presenza del mastio superiore, la cappella palatina al centro del cortile, la trasformazione della pianta in un quadrilatero imperfetto in qualche misura distaccano Montalbano dai modelli e ne fanno qualcosa di nuovo e unico nell’architettura medievale siciliana.
Se ti è piaciuto questo argomento ti consigliamo:
Per scoprire tutta la bellezza del patrimonio culturale siciliano:
Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter, compilando il form che trovi in fondo alla home.
Seguici su Facebook, Instagram e Youtube.
Spedizione gratuita
Contattaci
Pagamento sicuro
Da più di trent'anni ci occupiamo di storia, arte, cultura e tradizione in Sicilia. Attraverso i nostri libri promuoviamo la bellezza.
Certificazione ISO 9001 La "Progettazione e realizzazione di prodotti editoriali" sono certificati in base alla normativa internazionale ISO 9001:2015.