Tutti conosciamo almeno una persona che fa veramente fatica a chiudere la bocca e che spesso si caccia nei guai per il suo spirito impetuoso e poco riflessivo. Questa persona potrebbe trovare un amico vecchio cinquecento anni in Petru Fudduni, il poeta cantore del popolo palermitano.
Si pensa che il cognome Fudduni fosse un soprannome datogli appunto dal popolo, derivante dal dialetto “foddi” (“bizzarro” o “stravagante”), e questo dice già molto sulla vita scapestrata del giovane, anticonformista e incurante del giudizio altrui. La poesia era la sua passione, coltivata al buio della miniera, e si prestava tanto a preghiere quanto a feroci invettive, chiunque fosse il nemico, ricco e potente o povero in canna.