Uno dei punti cardine della propaganda del regime fascista fu il ripopolamento delle campagne, nel corpo di un progetto che intendeva ruralizzare tutta la penisola italiana.
Specialmente in Sicilia, il tentativo di superare l’istituto del latifondo si concretizzò nella costruzione di decine di borghi rurali, autentiche piccole città che – formalmente – dovevano essere autosufficienti. Oggi molti di questi insediamenti, costruiti tra gli anni Venti e gli anni Quaranta (ma il progetto continuò anche dopo la caduta del fascismo), sono divenuti delle città fantasma, fossilizzate in architetture metafisiche simbolo di un’utopia destinata al fallimento e all’incuria.
Queste pagine – corredate dei potenti scatti in bianco e nero del fotografo Francesco Baudo – accompagnano il lettore nella Sicilia più sconosciuta, in strade immerse nel verde e lontane dal clamore dei grandi centri urbani: un viaggio nell’entroterra rurale ammirando paesaggi inaspettati, e spesso abbandonati, contemplando architetture austere, godendo del silenzio e della pace di luoghi che tramandano storie che, se fossero posti in essere adeguati progetti di riqualificazione, potrebbero riprendere a vivere.
INDICE
L’utopia dell’ordine: i borghi rurali siciliani e l’architettura per le periferie del potere
Le vie dell’abbandono: i borghi rurali di Sicilia tra pittoresco e memoria tradita
Una storia travagliata: la nascita dei borghi rurali siciliani
Tre differenti scenari tra i borghi rurali e operai siciliani
Borgo Borzellino e la questione del paesaggio
Elenco dei borghi
Bibliografia
SCHEDA TECNICA
ISBN: 979-12-80198-72-3
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